«Passa il tempo, passa la bufera»: le domande della prima settimana

> Il questionario non si nutre di anonimato, piuttosto di pseudonimi…

Se fossi un colore oggi, saresti:

L’aggettivo che meglio descrive come ti senti ora e il luogo in cui vorresti essere in questo momento:

Domande non più retoriche.
Ci sono domande che, di fronte a un cigno nero, cambiano radicalmente senso, perdendo la loro convenzionalità. Come stai? Come va? Che fai? Cosa mi racconti? Cambiano perché, per rispondere “bene”, bisogna sempre fare qualche precisazione (“nonostante la situazione”, “Coronavirus permettendo”, ecc.). Inoltre, porle significa esporsi a un’eventuale risposta drammatica. Insomma, queste domande non sono più, per ora, retoriche.
> Una cosa inaspettata che ti è successa. In generale, un fatto che vuoi condividere:

Ritualità del bollettino.
In periodo di bufera, per non usare metafore belliche, ci stiamo abituando ad appuntamenti rituali che scandiscono la nostra quotidianità. Uno dei più incisivi è certamente il monitoraggio medico del contagio. Poche settimane fa, sembra passata una vita, c’erano i sondaggi elettorali del lunedì o del venerdì. Vorremmo attivare una ritualità diversa, partendo dagli accadimenti qualitativi di ciascuno, che messi insieme fanno gli accadimenti qualitativi di una collettività che si osserva.
> Cosa hai imparato questa settimana? Cosa hai capito, appreso su te o sul mondo? Oppure: a cosa non rinunceresti più?

Oltre la statistica, anzi infra.
In queste settimane, si stanno rapidamente diffondendo questionari a scopo statistico, che ci chiedono dati anagrafici e come va la nostra vita in casa. Sono importantissimi, e lo saranno le indagini che ne deriveranno, ma sentiamo l’esigenza di fare domande laterali, trasversali, che accendano la nostra capacità di auto-osservarci.
> Drizza le antenne. In questi giorni cosa senti, osservi, percepisci, cosa attiva la tua attenzione?

Pieni e vuoti.
Non è detto che vuoto sia l’opposto di pieno. Siamo abituati a considerare il vuoto come ciò a cui manca qualcosa, a pensare alla mancanza come qualcosa da colmare. Forse queste settimane possono generare occasioni per osservare il vuoto come presenza e non come assenza.
> Quale o quali vuoti hai scoperto in questi giorni?

Legami invisibili.
Vorremmo ascoltare le persone, sapere settimana per settimana come cambia la loro quotidianità, accompagnare alla nuova normalità che verrà tenendo traccia di come stiamo cambiando. Guardare ciò che ancora non ha una forma mentre si trasforma. Crediamo che sia ricco e generativo creare collegamenti inaspettati tra di noi, cogliere, nei pensieri, nelle esperienze quotidiane, quei “sottili fili di collegamento” che ci tengono insieme come collettività. Vorremmo permettere alle persone di riconoscersi in maniera inaspettata.
> Se dovessi fare un regalo a distanza? Lasciaci il link di un’immagine, un disegno, un video, una pagina web, un articolo, oppure scrivici una massima. Provvederemo noi a recapitarlo a un’altra persona che ha compilato il questionario, più o meno a caso.

Perché la cosa qui sopra funzioni meglio, dacci qualche informazione su di te. Per esempio, cosa fai, quali sono i tuoi interessi. Non ci interessano i dati anagrafici.

 

Qui la sintesi delle risposte, il nostro bollettino.